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  • Il giornalismo sportivo e le polemiche: facciamo basta?

    Il giornalismo sportivo e le polemiche: facciamo basta?

    Da VivoPerLei
    Henry the eight scrive:


    Le vicende di Juve-Napoli non intendo più commentarle per le ovvie difformità di vedute ed il parere che non può che essere di parte.

    L'odio e l'invito implicito alla violenza potranno essere fomentati dall'atteggiamento di giocatori e dirigenti di Società che dovrebbero responsabilmente contenere le proteste in un contesto di dialogo accettabile a patto tuttavia di avere un forum condiviso nel quale tutti hanno lo stesso peso e la stessa rispettabilità.
    Con rammarico devo tuttavia osservare che la vicenda di questa partita abbia trasceso e sia andata ben oltre la vicenda sportiva, sconfinando nel razzismo più becero, nei luoghi comuni più retrivi e immondi. Tutto ciò grazie a certa stampa che ormai non si fa scrupoli di denigrare, di tradurre tutto in gossip e retorica di bassissima lega. I titoli di giornali quale Libero e Tuttosport sono francamente inaccettabili e sorprende che non esista a riguardo una censura, un filtro che consenta di limitare affermazioni francamente vergognose che offendono i napoletani non solo nell'orgoglio ma nel loro stesso status di napoletani. Non si può concepire che per vendere due copie in più di giornale si provi a far leva sull'istinto del tifoso, sul suo lato umanamente peggiore, instillando il disprezzo dell'avversario e non l'antagonismo più sano. Francamente ci sono tutti gli elementi per essere indignati per la volgarità dello scherno, la bassezza delle espressioni usate e per il comportamento diseducativo ...
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    Luca Borioni risponde:

    Sviluppare qui una intemerata per difendere la categoria dei giornalisti (sportivi, ma vogliamo guardare alla politica?) risulterebbe complicato. Purtroppo il racconto sportivo si è adeguato, negli anni, alle pulsioni peggiori dei tifosi rinunciando alla prerogativa della "didattica" in favore del linguaggio da bar. Tutti a rincorrere il brutto gesto, le parole volgari, le offese e le violenze. Se invece fosse stato dato un seguito alla strada nobile indicata dai Brera o dai Caminiti, ora forse lo spettacolo sarebbe migliore e il contorno anche. Ma attenzione, il caos della volgarità porta a perdere ogni parametro di normalità. Quella di Torino è stata la partita dell'assurdo, dove ogni buon senso è andato smarrito. E il giornalismo sportivo è rimasto come sempre a guardare, a subire. Fino a certe moviole scritte da giornalisti tifosi su presunti quotidiani imparziali e (ancora presunti) modelli di equidistanza e professionalità. Come avrebbe detto Totò? Ma faciteme o piacere!
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