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  • Bernardini: il Principe e l'Avvocato, quelli che… Palermo-Juventus

    Bernardini: il Principe e l'Avvocato, quelli che… Palermo-Juventus

    I palermitani hanno una seconda squadra nel cuore. La Juventus. I torinesi di sponda bianconera osservano con grande e dichiarata simpatia una rivale di campionato. Il Palermo. Un fil rouge che, partendo dai piedi delle Alpi per arrivare sino alle sponde del Mediterraneo, può apparire bizzarro. Invece è per nulla casuale. La liaison ha origine poco prima della metà del Novecento quando due giovanotti del bel mondo si giurano eterna amicizia alla maniera dei boys scouts. Il patto di sangue viene stipulato a Roma dove i due ragazzi sono in vacanza con le rispettive famiglie. Il primo arriva da Torino ed è il discedente primogenito di quella che sarà la dinastia Fiat, Gianni Agnelli. Il secondo è nato a Palermo in un letto clandestino scaldato da un principe autentico e con il cuore di padre vero, Raimondo Lanza di Trabia.

    Coetanei e sedotti dai medesimi gusti esistenziali i due “signorini” si lanciano insieme e senza paracadute nel vortice di una vita talvolta spericolata e sempre rocambolesca. Donne e champagne, naturalmente. Ma anche terrazze romane dove germoglia e prospera la cultura dell’epoca. Una passeggiata in via Veneto in compagnia dello Scià di Persia, Reza Palhevi, o dell’armatore greco Aristotele Onassis. Una cena con l’attrice Olga Villi che poi diventerà la moglie del principe. Un ballo delle debuttanti durante il quale l’Avvocato presenterà all’amico la sorella Susanna, subito folgorata dal giovin signore, ricevendo a sua volta la mano della stupenda Marella Caracciolo cugina del principe palermitano e futura Donna Agnelli. Pazzi per le automobili e per le corse, il Principe e l’Avvocato, fanno coppia fissa alla Targa Florio. Ma il loro vero chiodo fisso è il pallone. Juventus e Palermo, ça va sans dire.

    Gianni ha già la sua squadra. Raimondo se la procura e nel 1947 diventa padrone e presidente dal Palermo Calcio che  nel giro di appena un anno tornerà in Serie A per rimanerci e fare storia. Un’avventura in “biancorosanero” che spinge il Principe e l’Avvocato a pigiare sempre più a fondo sull’acceleratore del successo provocando chiacchiere e stupori. A loro due, per esempio e insieme con Gipo Viani, salta in mente di inventare quello che sarà il Mercato più famoso e ricco d’Italia. Scelgono come città Milano e come sede degli incontri il mitico Hotel Gallia. Il nobile palermitano affitta addirittura una suite tutta per sé e per l’intero anno: la numero 131 nella quale riceve gli ospiti, sia femmine e sia maschi, immerso  nella vasca da bagno oppure nudo con appena un asciugamani stretto sui fianchi.

    La stessa “mise” usata dall’Avvocato quando qualcuno lo va a trovare sulla sulla sua barca Capricia. La Juventus è già una corazzata. Il Palermo le vuole viaggiare a fianco sul mare dell’immagine. La collaborazione Agnelli-Lanza di Trabia porta in rosanero giocatori eccellenti come lo zio di Zeman, Cestmir Vickpalec, Di Bella e Pavesi. Eppoi il colpo da novanta. Il centravanti norvegese Bronèe. Lo vedono giocare in Francia, con la maglia del Nancy. A fine partita scendono negli spogliatoi. Il Principe stacca un assegno di diciannove milioni e novecento mila lire e lo consegna all’attaccante il quale in quel momento è praticamente già a Palermo. Funzionava anche così, allora. E i presidenti si divertivano per far divertire, poi, la gente. Talvolta anche le favole, però, sbagliano strada e finiscono per trasformarsi in tragedia. Il lato oscuro del brillante principe play boy, ad un tratto del percorso, ha la meglio e vince su tutto il resto. Poco prima dell’alba di un giorno del 1954, dal terrazzo di una camera dell’Hotel Eden di Roma vola il corpo di un uomo con addosso una vestaglia di seta bianca e un sigaro stretto tra i denti. E’ quello di Raimondo Lanza di Trabia. Il  Palermo perde il suo presidente, anzi Il Presidente, suicida. Gianni Agnelli, il primo ad accorrere sul posto, saluta piangendo un amico, anzi L’Amico. Ma la storia di fratellanza tra le due società non finirà. Tant’è, il primo “Scirea Day” dopo la scomparsa di Gaetano non per caso si è giocato proprio alla Favorita. Eppoi, un continuo viavai di giocatori e anche di campioni sull’asse Palermo-Torino e ritorno. L’ultimo si chiama Dybala. Un genio che sarebbe piaciuto tantissimo al Principe e all’Avvocato.


    Marco Bernardini

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