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  • Cassano in nerazzurro:| Affare solo per il Milan

    Cassano in nerazzurro:| Affare solo per il Milan

     L’Inter va completata e c’è bisogno di farlo entro il 26 agosto: lo ha ribadito Stramaccioni alla fine dell’amichevole contro i tunisini del Bizertin (3-0 il risultato finale). L’allenatore è sembrato anche preoccupato, e non sappiamo se le ultime evoluzioni del mercato lo soddisfino davvero.

    Lo scambio Pazzini-Gargano sembrava in dirittura di arrivo, ma è bastato un abboccamento tra l’attaccante e il Milan per far saltare ogni altra possibile destinazione e lasciare i rossoneri come unico interlocutore. L’Inter valuta Pazzini 12 milioni (l’equivalente del residuo di bilancio da ammortizzare), il Milan non ci sente e propone un prestito secco, ipotesi scartata dai nerazzurri.

    Nasce così l’idea dello scambio con Cassano, prima con prestiti secchi (ed era fantamercato), poi in ottica trasferimento con un conguaglio a favore dell’Inter. Moratti e Stramaccioni danno l’ok per portare avanti la trattativa, con 2-3 milioni da limare e da stabilire la valutazione dei calciatori (potrebbero realizzare entrambe una plusvalenza). Ci sono altre problematiche, come l’ingaggio di Cassano (alto per gli standard attuali dell’Inter), ma sono situazioni che le parti sono sicure di appianare con i calciatori.

     

    AFFARE? – L’affare lo fa solo il Milan. Ai rossoneri manca una punta vera, come ha evidenziato il Trofeo Berlusconi (Robinho unica punta): Pazzini non è esattamente il tipo di attaccante per le caratteristiche del Milan, ma è comunque manna dal cielo. L’Inter, invece, ha già una squadra di trequartisti/seconde punte (Sneijder, Palacio, Coutinho e Alvarez) già sintonizzati per spartirsi due posti alle spalle di Milito, con la prospettiva di doversi smazzare sulle fasce per virare dal 4-3-2-1 al 4-2-3-1. Cassano andrebbe inutilmente a rimpolpare il reparto più coperto, fatta eccezione per la “zona terzino”, per la quale l’Inter detiene il record mondiale di specialisti e adattabili (Maicon, Zanetti, Nagatomo, Jonathan, Chivu, Juan Jesus e va contato anche Mbaye). Il “vecchio” Moratti sembrava sparito: nel gennaio 2011 l’Inter acquista l’utile Pazzini e il Milan Cassano. Fino qualche anno fa sarebbe stato il contrario, e molti tifosi avevano apprezzato la virata: oggi, con questa operazione, si torna al tempo dei Recoba e dei Batistuta, dei vecchi pallini, delle bizze, delle incomprensioni, dei progetti che non ci sono.

     

    VALORE AGGIUNTO? – Perché Cassano è un “fallito di successo”, uno di quei giocatori che avrebbe potuto segnare un’epoca e non l’ha fatto. In carriera non ha praticamente mai determinato nulla (il gol con la Bulgaria a Euro 2004 è stato disinnescato dal “biscotto” Svezia-Danimarca) e deve la sua notorietà più agli show extra-sportivi dentro e fuori dal campo che per reali meriti sportivi: un campionato spagnolo da spettatore e uno col Milan griffato Ibrahimovic, non Cassano.

    Un giocatore che ha realizzato appena 13 gol negli ultimi 3 anni e giocato una media di 17 presenze (complice anche il problema al cuore per il qale è stato operato).

     

    COLLOCAMENTO TATTICO – Tatticamente è una mossa incomprensibile: si è passati dal giovanissimo esterno di destra (Lucas) al trentenne seconda punta che ama la linea del fallo laterale a sinistra, nel segno distintivo dell’improvvisazione. È anche la morte del 4-2-3-1, e per supportare Cassano, Sneijder e Milito manca ancora un centrocampista in grado di fare le due fasi.

    È una coltellata, sportiva, alle ambizioni di un Coutinho che aveva sorpreso positivamente (sia a livello tattico che fisico: della tecnica già si sapeva) e alle legittime ambizioni di un Palacio che si è dimostrato fin qui intelligente e utile, oltre che determinante sotto porta: Cassano non è uno che accetta volentieri la panchina.

    È la negazione dell’idea di rinnovamento e ringiovanimento per il quale è stato “promosso” Stramaccioni: Silvestre, Mudingayi, Cassano e Palacio è un mercato da 29,5 anni di media (Handanovic 27 e Guarin 26). È un’operazione dissennata, tatticamente e nell’ottica di un qualunque “progetto”, che nasce dalla sola esigenza di liberarsi di un Pazzini scomodo e messosi nelle condizioni di “ricattare” l’Inter: un problema creato in casa e gestito male.

    A livello tecnico Cassano non si discute: è un assistman delizioso (Pazzini ne sa qualcosa), ma segna relativamente poco e ha fatto dell’indisciplina tattica (e non solo) il suo marchio di fabbrica. Cioè l’esatto opposto della direzione intrapresa con Coutinho e Palacio. A livello fisico è evidentemente sovrappeso e negli ultimi tempi ha in pratica giocato da fermo.

    Tanti dubbi, certezze davvero pochissime, prospettive tutte da decifrare. Chi sognava un mercato di qualità o all’insegna dell’utilità non può essere soddisfatto, a meno di non vedere materializzarsi all’improvviso un altro buon centrocampista (De Jong) e un terzino (Pereira).

    MANICOMIO INTER? – Come dimenticare poi che nella sua prima conferenza rossonera, Cassano disse: «Sarà la mia ultima tappa perché sono arrivato nella squadra più titolata del mondo. Sono arrivato al top e più del Milan non c’è nulla. Ragazzi, se sbaglio o faccio qualcosa di errato con questa squadra, vuol dire sono da rinchiudere al manicomio. Ma sono certo che qui andrà tutto per il verso giusto». Ben presto sapremo se il manicomio di ieri è l’Inter di oggi.


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