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  • Fifpro: ricorso alla UE contro il calciomercato Fifa

    Fifpro: ricorso alla UE contro il calciomercato Fifa

    La Fifpro (sindacato calciatori) ha fatto ricorso alla Commissione dell'Unione Europea contro il sistema di trasferimenti Fifa. Secondo la Fifpro, il problema è quello della distribuzione della risorse. Nel 2015 ci sono stati trasferimenti per la cifra record di 3,8 miliardi di euro. Di questi, 238 milioni sono andati come percentuale agli agenti, mentre ai club soltanto 20,7 milioni come compenso per aver allenato i giocatori fino a 21 anni. Di fatto, la sentenza Bosman, liberalizzando il mercato, ha creato un gruppo di superstar sempre più ricche e, dall’altra parte, una massa di salariati a basso prezzo. Lo stipendio medio nell’Europa occidentale è 65mila euro all’anno: ma la media, appunto, va fatta con i 10 milioni e passa di Messi, CR7 eccetera. In realtà la maggioranza dei calciatori: 1) prende mille/duemila euro al mese; 2) non ha assistenza sociale e sanitaria; 3) non riceve lo stipendio; 4) pur potendosi liberare entro due mesi, se non pagato, non può farlo perché al club basta dimostrare che c’era sotto un’offerta di un’altra squadra (niente di più facile) per invalidare tutto. Naturalmente parliamo dei peones, non dei fenomeni da Champions. 

    Come si legge sulla Gazzetta dello Sport, a settembre la Fifpro ha depositato il ricorso alla Commissione Ue. Una decisione è attesa per la seconda metà del 2016. Oltretutto la direzione generale per la concorrenza, unica nel suo genere, ha il potere di decidere, e non solo di suggerire, se pensa ci siano gli estremi di un abuso di posizione dominante. E può imporre nuove regole oppure invitare le parti sociali a un negoziato che porti a un nuovo accordo entro sei mesi. Un accordo che rispetti i Trattati e le leggi sul lavoro. Lo scenario più soft prevede un accordo tra i calciatori e la Fifa (presumibilmente pressata dai club che, altrimenti, si vedrebbero privati della voce più importante del loro asset e varrebbero all’improvviso ben poco). L’obiettivo del sindacato è il riconoscimento di un contratto collettivo che garantisca condizioni minime e il diritto di liberarsi se lo stipendio non è pagato. Quello più pericoloso è che l’accordo non sia raggiunto. La Commissione, che cerca sempre di evitare un vuoto regolamentare, potrebbe decidere lei le regole, fissando i principi del nuovo sistema trasferimenti. Chissà quali. Un accordo potrebbe essere utile per tutti, ma le condizioni non sono delle migliori, cominciando dal caos in cui si trova la Fifa. E inoltre la battaglia della Fifpro, sacrosanta, sembra non toccare i diritti assoluti delle star (e dei loro agenti), i cui stipendi e commissioni di sicuro non si ridurranno. Magari anche una «Tobin tax» su queste voci darebbe una mano ai veri operai del pallone. 

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