Fifpro: ricorso alla UE contro il calciomercato Fifa
Come si legge sulla Gazzetta dello Sport, a settembre la Fifpro ha depositato il ricorso alla Commissione Ue. Una decisione è attesa per la seconda metà del 2016. Oltretutto la direzione generale per la concorrenza, unica nel suo genere, ha il potere di decidere, e non solo di suggerire, se pensa ci siano gli estremi di un abuso di posizione dominante. E può imporre nuove regole oppure invitare le parti sociali a un negoziato che porti a un nuovo accordo entro sei mesi. Un accordo che rispetti i Trattati e le leggi sul lavoro. Lo scenario più soft prevede un accordo tra i calciatori e la Fifa (presumibilmente pressata dai club che, altrimenti, si vedrebbero privati della voce più importante del loro asset e varrebbero all’improvviso ben poco). L’obiettivo del sindacato è il riconoscimento di un contratto collettivo che garantisca condizioni minime e il diritto di liberarsi se lo stipendio non è pagato. Quello più pericoloso è che l’accordo non sia raggiunto. La Commissione, che cerca sempre di evitare un vuoto regolamentare, potrebbe decidere lei le regole, fissando i principi del nuovo sistema trasferimenti. Chissà quali. Un accordo potrebbe essere utile per tutti, ma le condizioni non sono delle migliori, cominciando dal caos in cui si trova la Fifa. E inoltre la battaglia della Fifpro, sacrosanta, sembra non toccare i diritti assoluti delle star (e dei loro agenti), i cui stipendi e commissioni di sicuro non si ridurranno. Magari anche una «Tobin tax» su queste voci darebbe una mano ai veri operai del pallone.