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  • Iachini-Inzaghi, allenatori agli antipodi

    Iachini-Inzaghi, allenatori agli antipodi

    Palermo-Milan, in programma sabato pomeriggio alle 15, è anche il match fra due allenatori agli antipodi. Anzi, fra due uomini di calcio agli opposti. Da una parte, Giuseppe Iachini, l'uomo della gavetta e della fatica. Dall'altra, Filippo Inzaghi, che come allenatore ha saltato a  piè pari la trafila e che, come giocatore, era quello dell'ultimo tocco, del sigillo finale sulla fatica degli altri.

    IACHINI, GAVETTA E FATICA - Lo Iachini calciatore vive un'onesta carriera in provincia (Ascoli, Como, Verona, Palermo, Ravenna, Venezia e Alessandria), con un'unica occasione in una squadra di prima fascia, la Fiorentina, una chance che il classe 1964 di Ascoli Piceno si gioca al massimo delle sue capacità, con 126 presenze e 2 gol fra il 1989 e il 1994. Come allenatore, la storia si ripete. Provincia e fatica, anche qui: Piaceza, Venezia, Cesena, Vicenza, Piacenza, Chievo, Brescia, Sampdoria, Siena e Palermo. Iachini è l'uomo delle promozioni dalla B alla A (Chievo, Palermo), e degli esoneri una volta arrivato nel massimo campionato. La stagione in corso, al di là delle difficoltà dell'ultimo periodo, è quella che può cambiare la storia di Iachini: parte male, ma Maurizio Zamparini, violentando la sua indole e la sua storia, a sorpresa (ma giustamente) gli dà fiducia, e il Palermo di Iachini, con Dybala e Vazquez sugli scudi, per buona parte del campionato dà spettacolo. E per il futuro, l'attuale tecnico rosanero si trova nella posizione (mai vissuta in passato) di poter scegliere: continuare l'avventura a Palermo, oppure cercare fortuna in una piazza di pari o superiore importanza (le lusinghe non mancano, a cominciare dalla Sampdoria. "Mi offenderei a morte se ci andasse", il commento di Zamparini).

    INZAGHI , L'UOMO DELL'ULTIMO TOCCO - Dell'Inzaghi calciatore non ci metteremo certo in questa sede a ricordare i grandi club per i quali ha giocato (oltre naturalmente alla Nazionale) e i trionfi in Italia, in Europa e nel Mondo, corredati da tanti (e spesso decisivi) gol. La storia dell'Inzaghi allenatore invece, se paragonata alla parabola di Iachini, è quasi vergine: un anno con gli Allievi Nazionali del Milan, un altro anno con la Primavera rossonera, e poi, boom, subito la panchina del Milan. Con tutti i problemi e le conseguenze, largamente prevedibili, di un allenatore alle prime armi gettato in una mischia complicatissima,  quella di un club in vendita, alle prese con divisioni interne nell'ambito della dirigenza e con una squadra costruita male e per la quale, a inizio stagione, i vertici societari avevano indicato obiettivi più grandi rispetto alle potenzialità del gruppo. E dell'allenatore, che spesso e volentieri ha dimostrato di avere ancora tanto da imparare in quello che continua, a ragione, a definire un "bellissimo mestiere".

    A SAN SIRO, LEZIONE DI IACHINI - All'andata, il confronto fu impietoso: il Palermo di Iachini si prese quasi gioco del Milan di Inzaghi, vincendo per 2-0 a San Siro (autorete di Zapata e gran gol di Dybala). Un girone dopo, per Inzaghi si ripropone l'esame Iachini. Il destino del classe 1973 di Piacenza sulla panchina rossonera è ormai segnato (in estate verrà sostituito). Ma la sfida è comunque importante, per misurare i progressi (se ci sono stati e quanti/quali sono stati) di Inzaghi, l'uomo dell'ultimo tocco, al cospetto del suo opposto, Beppe Iachini.  


    Gianluca Minchiotti

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