Il 'prigioniero' Jimenez:| Schiavo di Longarini
PARLARE di prigionia, nel mondo del calcio, sembra paradossale. A volte, però, i soldi delle tv e gli ingaggi milionari fanno nascere interessi che contrastano con speranze e ambizioni. Così, succede che anche nel mondo del calcio si possa rimanere schiavi di un contratto, sottoscritto sperando di volare verso una grande europea per poi ritrovarsene prigionieri. È quello che è accaduto a Luis Antonio Jimenez, 26 anni, centrocampista cileno della Ternana "da nove anni", come precisa lo stesso giocatore.
Da capitano della nazionale del Cile a emarginato in un club di terza serie. Possibile? Possibile. In estate il club umbro, che divideva con l'Inter il cartellino di Jimenez, lo riscatta alle buste per la cifra record di 3,2 milioni di euro, superando l'offerta nerazzurra di 1,8 milioni. Una follia per un club di Lega Pro (la vecchia serie C) e un danno per il giocatore, che a Milano avrebbe avuto un contratto da 10 milioni totali, contro i 110 mila euro a stagione dell'accordo con la Ternana. Un accordo rinnovato nel 2008, quando il club di Moratti chiuse con l'allora presidente della Ternana, Longarini, per la comproprietà del fantasista. Per definire l'affare serviva il rinnovo del giocatore con gli umbri, che Jimenez firmò nonostante i molti dubbi. Un errore imperdonabile, che continua a pagare ancora oggi. "Ma all'epoca ricevetti dall'Inter la garanzia di essere riscattato l'estate seguente. E invece...". Invece lo scorso agosto il ritorno a Terni, dove intanto il vecchio presidente Longarini aveva venduto