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  • Dino Panato
    Lupoli: 'Nel 2007 dovevo andare a Napoli anziché a Firenze'

    Lupoli: 'Nel 2007 dovevo andare a Napoli anziché a Firenze'

    Ex enfant prodige del calcio italiano, Arturo Lupoli parla dell'Arsenal, squadra in cui ha militato per due stagioni, ai microfoni di Napolicalciolive.com. 'Wenger è un allenatore completo, che cura maniacalmente qualsiasi aspetto, dal mercato a come ci si deve alimentare, non ultimi gli allenamenti - le parole dell'attaccante, oggi al Varese -. È scrupolosissimo, mette a disposizione tanti professionisti per farti rendere al meglio. Si relaziona con i giocatori in primo luogo da un punto di vista umano: ad esempio io avevo con lui un bel dialogo e almeno una volta a settimana veniva a far visita a noi ragazzi per farci notare cosa andava bene e in quali aspetti dovevamo invece migliorare. Lo fa tuttora: sottolinea ad ogni singolo calciatore i propri errori e spiega passo per passo come comportarsi in ogni momento. Nelle ore antecedenti la partita, Wenger insiste molto sull'idea di dettare il ritmo e di non aspettare le mosse degli avversari. Farà lo stesso anche contro il Napoli: la direttiva sarà quella di anticipare le strategie di Benitez'.

    Lupoli ripercorre poi la sua personale esperienza con i Gunners: 'Era il 2004, venivo dagli Allievi Nazionali del Parma con cui avevo vinto lo Scudetto, e quando seppi dell'opportunità di firmare un contratto di tre anni con un club di Londra, non me la feci scappare. Fui subito promosso in Prima Squadra e lì iniziò la mia avventura, che rievoco tuttora con grande affetto. Wenger mi fece vivere una bellissima esperienza, sicuramente di quelle irripetibili. Gli sarò per sempre grato d'avermi fatto esordire in Premier League e in FA Cup'. Lupoli poi rivela: 'Nel 2007 ero ormai d'accordo per trasferirmi al Napoli, che allora era in serie B e stava per vincere il campionato e salire di categoria. La dirigenza mi voleva fortemente, ma purtroppo ci furono delle pressioni esterne che mi portarono a scegliere la Fiorentina. Quella scelta resterà per sempre il mio rimorso più grande. Andare a Napoli era il mio sogno. Avere quella possibilità a vent'anni, per di più con la squadra che più mi piaceva in Italia, mi sembrava incredibile. I miei genitori sono di Frattamaggiore, sono cresciuto guardando le partite degli azzurri e immaginando di vestire anch'io la maglia che fu di Careca e Maradona. Peccato che le cose siano andate in un certo modo. A tutt'oggi ci penso e me ne pento'.

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