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  • Milan, il progetto giovani o c'è o non c'è

    Milan, il progetto giovani o c'è o non c'è

    • Federico Albrizio
    Un Milan giovane, italiano e proveniente dal vivaio: questo il progetto lanciato e sbandierato da Silvio Berlusconi negli ultimi anni per rilanciare i rossoneri, un piano a medio-lungo termine per valorizzare il lavoro del settore giovanile e soprattutto ottimizzare i costi per poter poi arrivare all'autosufficienza del club. E' nato così il 'Modello Milan', un percorso nato sulle orme di grandi accademie europee come Barcellona e soprattutto Ajax e che ha avuto e ha come principale punto di riferimento le valutazioni sul gruppo dei '98, considerato il più promettente in tutto il vivaio, culminato quest'anno con l'arrivo in Primavera di questi ragazzi.

    ANNO DI BILANCI - Il 2016 diventa dunque un anno di primi bilanci sul lavoro svolto per capire come poter migliorare il progetto che ha come obiettivo primario la formazione di giocatori pronti per la prima squadra. Tralasciando gente come Abate e Antonelli, che è sì nata nel vivaio rossonero ma è cresciuta e maturata in provincia, o De Sciglio che proviene dal corso precedente, il Milan può comunque contare già su tre giocatori che escono da questo nuovo corso: Calabria ('96) il primo ad arrivare anche se non ha avuto grande spazio, decisamente più fortunato Donnarumma ('99) e in rampa di lancio l'ultimo arrivato Locatelli ('98), che ha debuttato giovedì contro il Carpi. Tre promossi in meno di un anno, con la prospettiva l'anno prossimo di valutare anche il difensore De Santis ('97): il bilancio dice che tutto sommato la società può ritenersi soddisfatta e che in linea programmatica si sono mossi i primi passi nella giusta direzione, ma ecco che le dichiarazioni odierne di Cristian Brocchi preoccupano e lasciano intendere che il Milan non è più certo di andare avanti su questo percorso.

    PROGETTO A RISCHIO - Nella conferenza stampa alla vigilia della trasferta di Verona il tecnico ha lanciato una frase sibillina: "Se avrò la fortuna e la bravura di rimanere anche qua l'anno prossimo verrà dato un seguito importante, se dovesse arrivare un allenatore diverso con idee diverse è normale che il progetto si blocchi". Il futuro del progetto giovani dipende dunque molto dalla conferma di Brocchi sulla panchina rossonera: l'allenatore ha vissuto in prima persona il Modello Milan avendo allenato i '98 dagli Allievi I/II Divisione (ora Lega Pro) alla Primavera e per questo la sua conoscenza dell'ambiente potrebbe dare certamente un ulteriore impulso. La trattativa per la cessione del club in questo senso è la vera incognita: l'arrivo di nuovi capitali da investire potrebbero indurre la società a cercare un tecnico più esperto e quotato per provare a risalire subito dopo tre stagioni deludenti. Un allenatore chiamato a portare risultati nel breve periodo però difficilmente punta sui giovani, più utili appunto per un progetto a lungo termine, ed è proprio di questo che parla Brocchi: un suo eventuale successore potrebbe stoppare l'intera macchina, vanificando di fatto quanto fatto di buono al Vismara negli ultimi tre anni.

    NON SIA SOLO PROPAGANDA - La domanda che ora molti tifosi si pongono è: ma il Milan crede davvero in questo progetto? La principale paura dei fan rossoneri è che tutto quanto si riveli come una semplice propaganda: non c'è mai stato un piano a lungo termine per i giovani, si trattava solo di dichiarazioni volte a rendere più digeribili i fallimenti degli ultimi anni e giustificare i mancati investimenti sul mercato. Non è questo che fa una squadra vincente, non è questo che deve fare il Milan se vuole tornare ad esserlo a prescindere dalla cessione di quote societarie che potrebbe restituire potere economico al Diavolo: l'esperienza soprattutto di Barcellona, Ajax e Arsenal per citarne tre insegna che per restare al top del calcio europeo bisogna saper abbinare grandi investimenti a un ottimo lavoro di scouting e di potenziamento del settore giovanile e che questa filosofia va sostenuta negli anni e di volta in volta adattata al tecnico di turno. Con o senza Brocchi, con o senza i cinesi, i tifosi chiedono questo: più Donnarumma e Locatelli, 'un Milan giovane, italiano e proveniente dal vivaio' non sia solo propaganda ma un vero progetto per tornare in alto.

    Twitter: @Albri_Fede90

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