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    Sassuolomania: se vanno via un motivo ci sarà

    Sassuolomania: se vanno via un motivo ci sarà

    • Luca Bedogni
    L'effetto domino cui accennavo la settimana scorsa si sta realizzando. Ma è solo apparenza, tra di loro sapevano già tutto.  Non c'è causalità immediata tra le dichiarazioni di Acerbi nel post Sassuolo-Cagliari e la settimana appena trascorsa segnata dal sostanziale passaggio di Di Francesco alla Roma. E' una costruzione, un modo per riordinare le delusioni sparse dei 'big' di questo Sassuolo.

    A cominciare da quelle del mister: ve la immaginate la sua faccia quando gli è stato detto che vendevano Sansone? Va bene Vrsaljko, ma Sansone è stato proprio un colpo basso. E ve la immaginate la sua faccia quando ha messo in campo le prime volte Ragusa, il sostituto di Sansone? O Ricci (deludentissimo per me)? Oppure quando si è visto sottrarre Lapadula, quando ha realizzato che Gomez non sarebbe mai arrivato. Stesso discorso, l'obiettivo Zappacosta. Quando insomma ha capito che il mercato del Sassuolo non sarebbe stato all'altezza delle sue ambizioni e, soprattutto, delle competizioni da giocare. Lì si è rotto qualcosa. Dentro di lui, ma anche dentro i giocatori più forti, come Acerbi appunto, che spesso mi è capitato di sorprendere a braccia aperte dopo un gol preso, in atto di sopportazione o rassegnazione. Acerbi si sarà anche trovato bene quest'anno, ma di certe ingenuità, in campo, non ne poteva più. Era palese. Non deve essere stato facile giocare nella sesta peggior difesa del campionato (63 gol subiti), per uno che aspira alla Nazionale. Per giunta chi non si rompeva dentro, si rompeva sul campo, aggravando involontariamente la situazione.

    Dagli entusiasmi del finale di stagione 2015/2016 all'eliminazione in Europa League, ultimi nel girone, con classifica deprimente in campionato. Il 2017 è iniziato così. Lì i big hanno cominciato a sfiduciare il progetto, e con qualche argomento. Credete che Berardi rimarrà ora che il suo 'padre' calcistico sta facendo le valigie? Squinzi vorrebbe diventasse una bandiera. Sarebbe stupendo, e forse la celebrazione di Totti all'Olimpico potrebbe avere qualche influsso positivo. Ma Berardi non è Totti, penserà Berardi.Così però anziché bandiera, rischi di diventare una benderuola, gli risponderei io.

    Non si può pretendere lo stesso da Defrel, evidentemente, giocatore essenzialmente più nomadico. Con la tripletta al Torino di ieri ha segnato in tutto 12 gol in questo campionato, superando il suo record personale (9, a Cesena, nel 2015) e -come pronosticavamo tempo fa- quello di Zaza (11, sempre nel 2015), il suo predecessore nel ruolo di centravanti. A questi 12 vanno aggiunti però anche quelli segnati in Europa League (2) e quelli nella fase di qualificazione (2), per un totale di 16 gol stagionali con un girone di ritorno zeppo di infortuni e panchine. Adesso provino a tenerlo, lui che era pronto a partire per Roma già a gennaio. Il suo contratto a Sassuolo scade nel 2020, e per quanto Squinzi abbia visto in lui l'eventuale erede di Berardi ("se ce lo portano via abbiamo già il sostituto in casa", così disse in gennaio il patron..), oggi la permanenza del francese in neroverde è ancora più incerta dal momento che a Roma va Di Francesco. Ma anche Duncan avrà mercato, per non parlare di Pellegrini e quel diritto di recompra che hanno i giallorossi su di lui. Avete visto com'è entrato in partita ieri sera? Questo è già pronto.

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