Chi sono Izzo, Millesi e Peccarisi: profili
IZZO, IL DURO CHE PIACEVA A MEZZA SERIE A - Armando Izzo, difensore del Genoa classe '92, nato e cresciuto nel quartiere di Scampia a Napoli, stava vivendo in questi giorni il momento più felice della sua carriera: convocato da Antonio Conte per lo stage dell'Italia in vista dell'Europeo, sarà probabilmente lasciato a casa, visto che dovrà spiegare la sua posizione. Ha iniziato a giocare a 13 anni nell'Arci Scampia del presidente Piccolo, scuola calcio alla quale è rimasto legatisimo: nei giorni scorsi era tornato lì con Cannavaro e Ferrara per contribuire al rifacimento del manto erboso di uno dei campetti. Infanzia difficile, a causa della perdita del padre quando era solo un bambino, all'inzio faceva fatica a giocare nel vivaio del Napoli, dove faticava a trovare spazio per via di un carattere particolare. Cresciuto dal suo agente Paolo Palermo, ha giocato dapprima nella Triestina in prestito dal Napoli, all'Avellino, che lo ha acquistato dai partenopei e poi al Genoa. Convocato nell'Under 21 azzurra per gli Europei in Repubblica Ceca nel 2015, ha segnato il primo gol nella massima serie l'11 gennaio 2015 a San Siro contro l'Inter. Ambito da diverse squadre di Serie A proprio per il suo rendimento nell'ultima stagione, il suo nome era sui taccuini di Inter e Napoli: ora tutto diventa più complicato.
MILLESI, IL CAPITANO 'CUORE' DI AVELLINO - Nato a Catania nel 1980, Francesco Millesi cresce nell'Atletico, la seconda squadra della sua città, prima di trasferirsi al Ragusa e all'Igea Virtus. L'approdo ad Avellino avviene per la prima volta nel 2003, alla corte di Zeman: una retrocessione in Serie C1 e una promozione in Serie B nell'arco di tre anni, poi il difensore ricomincia il suo pellegrinaggio, tra Catania (anche in Serie A), La Spezia, Salerno e Foggia. Ma Millesi rimane legato ad Avellino, e torna nella città irpina nel 2010, per fermarsi cinque anni: qui diventa capitano, per effetto delle diverse presenze collezionate in Irpinia. E' uno dei protagonisti della scalata dei biancoverdi dalla Serie C2 alla Serie B, fino a sfiorare i play-off nella stagione 2013-2014, quella incriminata, al termine della quale lascia l'Avellino per la scadenza del contratto. Tra l'altro è uno dei pochissimi calciatori ad avere indossato entrambe le maglie delle squadre di calcio professionistiche di Avellino, l'Unione Sportiva Avellino 1912 e l'Avellino Calcio.12 Società Sportiva Dilettantistica, denominazione assunta e poi abbandonata dopo il fallimento della società avvenuto nel 2009. Attualmente gioca nell'Eccellenza siciliana, all'Acireale: possibile che questa storia abbia messo definitivamente la parola fine alla sua carriera.
PINI E PECCARISI, L'INTERMEDIARIO E L'UOMO DEL GOL - Tra le figure emerse in questa nuova indagine sul calcioscommesse, occhio anche alle figure di Luca Pini e Maurizio Peccarisi: il primo, classe '84 ex calciatore di Monterotondo, Centobuchi, Giugliano, Pomigliano e Avellino, una carriera trascorsa tra Serie D ed Eccellenza, sarebbe stato l'intermerdiario tra il clan mafioso e i giocatori, per via delle sue conoscenze nell'ambito calcistico avellinese e la sua conoscenza geografica dei luoghi. Il secondo, difensore classe '78 di Bordighera ma cresciuto in Sicilia, a Milazzo, ha girovagato per mezza Italia, tra Lega Pro e Serie B: Reggina, Ancona, Arezzo, Cesena ma anche Torino, Triestina, Rimini, Salernitana, Ascoli e proprio Avellino: un vecchio "lupo di mare", insomma, che avrebbe favorito il gol di Tommaso Bianchi, che decise quel Modena-Avellino 1-0 salito alla ribalta delle cronache nelle ultime ore.
@AleDigio89